Top & Flop di Cagliari-Torino: cosa è andato e cosa no al “Sant’Elia”

Il cambio modulo funziona, le amnesie difensive restano. Finalmente torna una vittoria in trasferta. Ecco i Top & Flop di Cagliari-Torino

È stata una partita bella, vivace, sicuramente degna di essere ricordata, quella che è andata di scena ieri al Sant’Elia: Cagliari-Torino si conclude con un pirotecnico 2-3 per i granata, che finalmente tornano alla vittoria in trasferta dopo mesi di digiuno e di pessime prestazioni. Tanti sono gli elementi che hanno convinto, ma ancora qualcosa da rivedere c’è. Ecco i Top & Flop di Cagliari-Torino, con ciò che ha funzionato e cosa no al “Sant’Elia”.

TOP

ARRIVA IL TREQUARTISTA: finalmente, era stato invocato da tanto tempo. Ma Mihajlovic molto onestamente aveva detto che non aveva i giocatori fisicamente pronti per poter passare al 4-2-3-1. Ci è riuscito ieri, contro il Cagliari, e i risultati sono stati eccellenti. Ottima prova di Ljajic, che ha convinto in tutto e per tutto, segnando anche una splendida rete. Ora è lecito pensare che si potrà continuare così, soprattutto se il numero 10 serbo riuscirà a rendersi sempre determinante e quindi a conquistare maggiore fiducia.

L’ESORDIO DI CARLAO: oggetto misterioso è stato fino a ieri, prima di scendere in campo. Dopo la gara contro il Cagliari, qualche indicazione si è presa. Ed è sicuramente positiva. Pesa non poco il rigore che ha causato e che ha portato i sardi in vantaggio, ma dopo si è distinto per ottimi anticipi, sempre puliti, e per una sagacia tattica che potrà sicuramente essere utile a Mihajlovic. Che trova una difensore in più. Forse non un titolare per la prossima stagione, ma una potenziale valida alternativa.

LA CRESCITA DEL CENTROCAMPO: l’espulsione di Acquah è un fatto grave, ma marginale, all’interno di una prestazione davvero maiuscola. Come maiuscola è stata anche la gara di Baselli, che ha abbinato qualità e sostanza. Togli un centrocampista e, paradossalmente, chiudi più spazi. È stata sicuramente una bella gara per i due giocatori che stanno dimostrando un’ottima intesa e conferendo alla squadra un buon equilibrio tra i reparti. È un buon momento per entrambi, devono continuare così.

IL TABU’ TRASFERTA: finalmente sfatato. Mancava da tanto, troppo tempo. Mihajlovic ha chiesto ai suoi di non avere paura, che non è ammissibile temere così tanto gli stadi in trasferta. Sotto di un gol, il Toro avrebbe potuto afflosciarsi. Invece no, ci ha provato e riprovato. E ha vinto. La gara come quella di Cagliari deve essere l’esempio. Una come quella di Bologna, deve essere dimenticata. E in fretta.

FLOP

ANCORA LE AMNESIE DIFENSIVE: il modulo cambia, e il Toro è certamente più concreto. Ma il rigore è ingenuo e la rete di Han ha ancora una volta evidenziato il cattivo posizionamento della retroguardia granata. È un cruccio, questo, che Mihajlovic si porterà dietro fino al termine della stagione, ma al quale dovrà porre rimedio assolutamente in questi mesi e durante l’estate, se vorrà davvero fare in modo che il suo Torino possa essere competitivo per l’Europa.

L’ARBITRAGGIO DI ROCCHI: ancora una volta, non convincente. Non è questione di malafede, alla quale non si vuole credere. Ma un’inadeguatezza che va a penalizzare e non poco l’andamento della gara. Le decisioni chiave, il rigore e l’espulsione, sono giusti. Giustissimi, anzi. Ma tutto quello che c’era prima no: è stata fischiata una punizione contro Molinaro che sembrava una clamorosa trattenuta di Isla, in occasione del penalty; e quando il ghanese è stato allonato dal campo, aveva dovuto recuperare su un fallo non fischiato ai danni di Baselli. Questo incide davvero. E non è positivo.